Alla ricerca di un linguaggio vivente
Intelletto e giudizio nel pensiero di Hegel dai frammenti giovanili agli scritti di Jena
DOI:
https://doi.org/10.15160/2282-5460/2553Parole chiave:
Hegel, Intelletto, Giudizio, Frammenti giovanili, Scritti jenesiAbstract
Sin dai primi frammenti giovanili, Hegel ascrive la responsabilità delle diverse forme di scissione che hanno lacerato l’ideale classico di armonia alla figura dell’intelletto (Verstand), che fissa la vita in morti schemi concettuali. Strumento par excellence dell’intelletto, il giudizio ne condivide il tratto astratto e separante. Tuttavia, proprio come l’intelletto, il giudizio non è soltanto fonte di scissione, ma detiene un rilevante significato speculativo, che si connette al modo peculiare con cui Hegel assimila la descrizione dello sviluppo logico all’andamento del linguaggio. In questo saggio, metteremo a fuoco la duplice funzione del giudizio, per come emerge nei frammenti giovanili (§2), nei primi scritti critici di Jena (§3) e nella Logica e metafisica del 1804-05 (§§4-5). Dall’analisi della trattazione hegeliana del giudizio emergerà quel processo mediante il quale il potere analitico-astraente dell’intelletto diventa potere negativo, ovvero capacità di fuoriuscire da un modello conoscitivo operante per identificazioni e scissioni per cogliersi come inquietudine e movimento.