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OPEN CFP per la sezione "TEMA": CFP vol. XII, n. 1, 2024

La condizione mediale tra valore, giudizio ed esperienza. A sessant’anni da Apocalittici e integrati

A cura di Eduardo Grillo e Andrea Bernardelli

Nella sua introduzione ad Apocalittici e integrati, Umberto Eco avvisava: «Fare la teoria delle comunicazioni di massa è come fare la teoria di giovedì prossimo». Tuttavia, da quel libro sono adesso passati 60 anni e l’espressione è ancora proverbiale. Di fatto, tutto sembra cambiare a passo spedito, ma la divisione in opposte fazioni, in campo culturale e non solo, sembra essere una costante; si consideri quel che accade proprio in questi giorni a proposito di intelligenza artificiale. Con Apocalittici e integrati e in fin dei conti con tutti i suoi lavori, Eco ha mostrato che per ogni divisione binaria è possibile intravvedere almeno un terzo termine, e quello è il sentiero dell’intellettuale avveduto.

Questo non è, tuttavia, il solo insegnamento che quel testo ci consegna. Se è vero che molti dei saggi ivi contenuti hanno ormai perso la loro aura di scandalo, il problema del giudizio estetologico resta se non inalterato, forse almeno ancora pertinente. La polemica con Adorno e Zolla, che Eco sviluppava nel suo libro, non è forse già consegnata agli archivi; che Bolter, ancora pochi anni fa, si sia sentito in dovere di sottolineare il declino delle culture d’élite nel contesto dell’età digitale (Plenitudine digitale, 2019), ne è un segno ulteriore.

In ogni caso, tra rimediazioni, convergenze e continue innovazioni tecnologiche, si trovano sempre punti di resistenza, rivendicazioni non esclusivamente passatiste, ma spesso di ordine estetologico (si pensi al ricorso minimo al CGI di un Nolan). Per non dire del problema del kitsch, che appunto da problema (come per Eco e Dorfles) sembra essere diventato, forse in prospettiva già apocalittica, la condizione estetica generale (Padoan, Dal kitsch al neo-kitsch. Nuovi scenari della comunicazione contemporanea, 2018; ma si vedano gli importanti saggi di Andrea Mecacci).

D’altronde, gli stessi media sono cambiati o forse, così come li conoscevamo, già morti (Eugeni, La condizione postmediale, 2015). Accanto alle analisi ideologiche e culturali, Apocalittici e integrati è stato pioneristico anche nell’aver fornito delle prime indicazioni di ordine estesico (aisthesis; si confrontino per esempio i saggi sulla televisione di Eco). Compito oggi ineluttabile, che sta attraendo già molte energie (si vedano i lavori di Pietro Montani, tra gli altri). Inoltre, se i media un tempo erano il luogo di un’esperienza condivisa, la diffusione delle piattaforme streaming ha reso il terreno di riferimento comune molto più incerto e incostante.

Celebrare questo anniversario sembra insomma non soltanto una sorta di atto dovuto, ma un’occasione utile per riflettere sulla nostra presente “condizione mediale”. Peraltro, quel testo ha contributo, accanto ai lavori di Edgar Morin e pochi altri, a dare dignità intellettuale a una parte importante delle nostre culture (fumetti, tv, musica pop); chissà mai che sia ancora possibile rivalutare settori negletti, tuttavia sempre standoci in mezzo, nella posizione di chi vuol capire, e non più in alto o in basso, soltanto per prendere posizione.

Il vol. XII, numero 1, 2024 della rivista i castelli di yale • online si propone un approfondimento, tanto dal punto di vista storico che da quello teorico, dell’attualità di Apocalittici e integrati insieme ai necessari aggiornamenti dopo sessant’anni di cambiamenti tecnologici. L’indagine potrà essere condotta a partire, tra gli altri, dai seguenti nuclei tematici:

  • la stessa postura filosofica di mezzo, caldeggiata da Eco, tra adesioni entusiastiche e severe condanne di media e tecnologie;
  • le trasformazioni dell’esperienza mediale, sempre meno di massa in senso classico, sempre più su misura;
  • la pertinenza delle categorie “alto” e “basso” delle nuove forme di cultura mediale, tra stimolo intellettuale e mera “consolazione”;
  • l’ascesa di forme di comunicazione prima periferiche, ora molto più centrali nell’influenzare gusti e mode (si pensi al fumetto);
  • l’impatto dei nuovi media sul sensorio comune, anche in prospettiva storica e comparativa;
  • la funzione “mitica” delle figure dell’attuale immaginario mediale, a partire dalle riflessioni di Eco sul personaggio di Superman;
  • la categoria del kitsch, tra produzione e ricezione, a cavallo tra XX e XXI secolo.

I contributi dovranno essere inviati tramite la piattaforma OJS . Si prega di inviare i contributi (max 45.000 battute spazi inclusi), in forma anonima, entro il 28 febbraio 2024, inserendoli nella sezione Tema. Le proposte devono essere accompagnate da  una scheda bio-bibliografica, un abstract (max 1000 battute spazi inclusi) e 5 keywords, in italiano e in inglese. Oltre che in italiano è possibile scrivere anche in inglese, francese, tedesco, spagnolo e portoghese. Le proposte verranno valutate dai curatori e dalla redazione; tutti i contributi saranno sottoposti a double-blind peer review. Gli esiti della selezione verranno resi noti, via mail, entro il 28 aprile 2024. La revisione degli autori è attesa entro il 23 maggio 2024; la pubblicazione è prevista nel mese di giugno 2024.