Ingenuità, disoccultamento, afferramento
Prospettive chiaroscurali dell’intuire in Eugen Fink
DOI:
https://doi.org/10.15160/2282-5460/2604Parole chiave:
Intuizione, Metodo trascendentale, Specularità, Disoccultamento, Gioco simbolicoAbstract
Il contributo intende offrire uno spaccato della fenomenologia finkiana secondo la problematizzazione del concetto di intuizione. Se, infatti, da un lato questa sembra avere ruolo privilegiato in un’ottica vitalistica, secondo la più tarda influenza nietzscheana nel pensiero dell’autore, dall’altro è possibile notare come nella VI Meditazione la costruzione di una “dottrina trascendentale del metodo”, nel programma di una “fenomenologia della fenomenologia”, segua proprio il debellamento dell’atto intuitivo nei confronti del metodo stesso, nonché dell’atteggiamento naturale. Lo stesso concetto di mondo assume, per ragioni qui mostrate come affini, la medesima ambiguità. Dal mondo come intuizione ingenua la fenomenologia si distacca per riflettere su se stessa entro se
stessa; così soltanto, in ultima istanza, procede a ritroso ancora verso il mondo, come orizzonte atematico. Attraverso gradi di disoccultamento, verso una possibile messa in luce dell’origine – rivelantesi quanto mai oscura – si scorge la spontaneità del gioco, o del mondo individuato simbolico; il trascendentale è allora posto nell’interrogativo circa questa tensione, nell’oscillare e nello specchiarsi dei poli di un afferramento intuitivo e di una dialettica metodologica.