Dall'ontologia all'analitica dell'intelletto puro

Tra conoscere "per me" e la cosa "in sé"

Autori

  • Francesco Valagussa Università Vita-Salute San Raffaele

DOI:

https://doi.org/10.15160/2282-5460/2847

Parole chiave:

Metafisica, Ontologia, Kant, Fichte, Hegel

Abstract

L'articolo si concentra sulla distinzione kantiana tra ontologia e analitica dell'intelletto puro. Alla luce di questa distinzione vengono riletti alcuni passaggi fondamentali della filosofia kantiana, in particolare quelli relativi alla nozione di io penso, di noumeno e di oggetto trascendentale. In tal modo sembra di poter vedere come lo stesso Kant, in alcune pagine dei suoi lavori, non rimanga fedele alla distinzione sopracitata. La cosa assume un'importanza ancora maggiore se si chiamano in causa i tre grandi dell'idealismo tedesco: Fichte, Schelling e Hegel. L'articolo intende mostrare come l'intera operazione dell'idealismo tedesco, da leggere anche come risposta al criticismo kantiano, possa essere letta tanto come un'analitica dell'intelletto puro quanto come operazione ontologica che rischia di perdere uno degli esiti più rilevanti del pensiero di Kant.

Biografia autore

Francesco Valagussa, Università Vita-Salute San Raffaele

Francesco Valagussa è Professore ordinario di Estetica presso l'Università Vita-Salute San Raffaele di Milano dove insegna "Estetica e forme del fare" e "Teoria delle forme simboliche". È direttore del Centro di Metafisica e Filosofia delle arti – DIAPOREIN. Ha tradotto testi di Hegel, Kant, Simmel, Musil, Benjamin e Auerbach. Membro della SIFiT (Società Italiana di Filosofia Teoretica) e della SIE (Società italiana di Estetica).

Downloads

Pubblicato

24-04-2024

Fascicolo

Sezione

TEMA